Viaggio in Cina con Guilin
Si è detto che “quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà”.
Ma forse bisognerebbe chiedersi: e se la Cina stesse ancora sognando, vegliata dai suoi draghi?
Un Paese fatto di metropoli che brillano come circuiti accesi nella notte, dove i grattacieli si rincorrono come ideogrammi di vetro e luoghi in cui il tempo si fa pietra.
C’è la Cina dei giardini pennellati come quadri, delle mura che si snodano in pensieri antichi, dei templi che odorano di incenso e tradizione. Qui il presente è fatto di bubble tea e app che ti consegnano i ravioli in meno tempo di quanto serve a imparare a usare le bacchette.
Un viaggio a caccia della tigre nascosta, seguendo le lanterne rosse fra riti, sapori e immagini che sembrano appartenere a più mondi. Così ci si scopre viaggiatori non solo nello spazio, ma nel tempo e nell’immaginario.
Inizia insieme a noi il tuo viaggio in Cina con Guilin:
– Longsheng, le risaie di montagna
– La grande muraglia
– Viaggio in Cina con Guilin cosa serve
– La cerimonia del tè cinese
Longsheng, le risaie di montagna
Longsheng si trova nella parte settentrionale della regione autonoma del Guangxi, in una zona collinare attraversata da fiumi e coperta da fitte foreste subtropicali.
Il territorio è dominato dalle risaie a terrazze di Longji, un sistema agricolo realizzato a partire dalla dinastia Yuan, nel XIII secolo, e modellato nei secoli successivi dalle comunità Zhuang e Yao. Le terrazze seguono la curvatura naturale delle montagne, adattandosi con precisione millimetrica al profilo dei versanti.
I villaggi sono costruiti con criteri di autosufficienza: case in legno su impalcature di bambù, tetti spioventi per la raccolta dell’acqua piovana, magazzini sopraelevati per la conservazione del riso. In alcune zone si pratica ancora la filatura e la tintura a mano, con motivi geometrici trasmessi per via orale. Dopo la riforma agraria degli anni Cinquanta e il graduale spopolamento delle aree montane, Longsheng ha conosciuto un lento recupero a partire dagli anni Novanta, con progetti di conservazione agricola e valorizzazione etnografica sostenuti anche da università cinesi.
Oggi il territorio è attraversato da una rete di sentieri e scale in pietra che collegano villaggi e terrazze, e permette un accesso regolato agli osservatori panoramici. Il paesaggio mantiene la sua funzione produttiva, ma è anche diventato oggetto di studio per l’ingegneria idraulica tradizionale e per i modelli di convivenza tra popolazioni montane e ambienti coltivati.
La grande muraglia
Nota come una delle sette meraviglie del mondo moderno, è il maggiore progetto difensivo dell’antichità.
La Grande Muraglia Cinese si snoda per migliaia di chilometri lungo i contorni settentrionali della Cina, seguendo l’orografia accidentata delle montagne, fino a perdersi nel deserto del Gobi. Non è un’unica costruzione continua, ma un sistema complesso di bastioni, torri di guardia, fortezze e mura parallele, frutto di secoli di edificazioni e restauri iniziati nel III secolo a.C. sotto la dinastia Qin e proseguiti, in modo più esteso, sotto la dinastia Ming tra il XIV e il XVII secolo.
Simbolo per eccellenza della resistenza culturale e militare cinese, la muraglia fu eretta per difendere l’impero dalle incursioni dei popoli nomadi delle steppe del nord, ma anche per delimitare un confine simbolico tra civiltà e barbarie. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1987, la Grande Muraglia incarna il dialogo tra natura e architettura, tra isolamento e apertura, tra l’orgoglio del passato e la curiosità del presente.
Viaggio in Cina con Guilin cosa serve
Ai cittadini italiani è necessario il passaporto con validità minima residua di almeno 6 mesi dalla data prevista di rientro.
Fino a dicembre 2025 i cittadini italiani sono esentati dall’obbligo di visto turistico per soggiorni fino a 30 giorni. L’esenzione dovrebbe essere estesa fino a dicembre 2026, ma si attendono conferme ufficiali in merito.
Controlla il sito ufficiale di VIAGGIARE SICURI per gli ultimi aggiornamenti.
La cerimonia del tè cinese
La cerimonia del tè cinese, nota come Gongfu Cha, è un rituale raffinato che affonda le radici nella dinastia Tang, ma trova la sua forma più codificata sotto i Song e i Ming. In questo periodo il tè smette di essere un semplice infuso per assumere un valore estetico, filosofico e relazionale.
Diffusa soprattutto nel sud della Cina, nelle province del Fujian e del Guangdong, la cerimonia è una pratica lenta e meditativa che esalta l’armonia tra uomo, natura e utensili. L’acqua viene scaldata con precisione, le foglie selezionate con cura e risciacquate, e ogni passaggio è scandito da gesti precisi, quasi coreografici. Si usano piccoli recipienti in porcellana o terracotta Yixing, ideali per esaltare gli aromi dei tè oolong e pu’er.
La Gongfu Cha non è solo un’arte del preparare, ma soprattutto del ricevere: ogni tazza offerta è un atto di ospitalità e di rispetto, un modo per comunicare senza parole.
Oggi, pur in un contesto moderno dove la frenesia spesso riduce il tempo dell’attesa, la cerimonia del tè sopravvive nei salotti culturali, nei templi, nei giardini e nelle case dove si custodisce ancora il senso profondo dell’equilibrio e della contemplazione. È un esempio del dialogo tra tradizione millenaria e ricerca di autenticità nel mondo contemporaneo, e rappresenta una delle espressioni più sottili e significative della civiltà cinese.
È il momento di iniziare il tuo viaggio: si parte ad Aprile 2026.
