Viaggio in Marocco nord e deserto
Il viaggio nel nord del Marocco inizia come un respiro antico, dove l’Atlantico sfuma nel blu dei porti sull’Oceano e la luce scivola sulle colline riflettendo i colori di un mosaico millenario.
Qui emergono le città imperiali. Fes, la Santa, è come un dedalo vivo. Il suono dei martelli dei rameggiatori si intreccia al richiamo dei venditori di spezie, mentre vicoli stretti custodiscono la memoria delle dinastie che plasmarono il volto delle città imperiali. Poco oltre, Meknes con le sue mura imponenti che raccontano l’ambizione di un sovrano. E tra i bastioni ocra e gli uliveti che ondeggiano al vento si percepisce ancora l’eco di quel disegno incompiuto.
Oltre: le dune infinite dell’Erg. La strada si apre verso l’interno, dove il paesaggio cambia respiro. Le palme rarefatte cedono il passo all’immensità dell’altopiano, e il deserto avanza come una pagina ancora da scrivere. Nel deserto, il silenzio diventa una presenza fisica, il crepuscolo accende tutto di arancione fino a sfumare nel nero inchiostro di una notte trapuntata di stelle.
È qui, nell’incontro tra città di pietra e orizzonti mobili, che il Marocco attende il viaggiatore.
Possibilità di partenza con voli di linea da MILANO MALPENSA, su richiesta.
Inizia insieme a noi il tuo viaggio in Marocco nord e deserto:
– Chefchaouen, la città blu
– Marocco e le città imperiali
– Viaggio in Marocco nord e deserto consigli
– I berberi
Chefchaouen, la città blu
Adagiata tra i monti del Rif, nel nord del Marocco, Chefchaouen si svela come un miraggio turchese incastonato tra cime rocciose e vallate profumate di ulivo e rosmarino. Fondata nel 1471 come avamposto fortificato per resistere all’espansione portoghese, divenne presto rifugio per musulmani ed ebrei in fuga dalla Reconquista spagnola. Le sue strade, che si arrampicano in pendenza tra case imbiancate a calce e dipinte in infinite sfumature d’azzurro, evocano una spiritualità silenziosa, forse legata a un’antica tradizione cabalistica o a un più semplice desiderio di pace e frescura.
Il suo isolamento montano ha preservato per secoli un’identità distinta, tra suq tranquilli e moschee dal profilo discreto. La kasbah del XV secolo, con le sue mura ocra e il piccolo giardino andaluso, è testimone della sua origine militare, oggi riconvertita a luogo di memoria e cultura. Nel XX secolo, con l’arrivo del protettorato spagnolo, Chefchaouen conobbe una nuova fase di apertura, pur mantenendo la sua aura intima e raccolta.
Oggi, pur toccata dal turismo, la città conserva un’atmosfera rarefatta, quasi sospesa nel tempo: donne vestite di bianco che vendono erbe aromatiche, il muezzin che chiama alla preghiera tra gli echi delle montagne, e l’azzurro onnipresente che trasforma ogni angolo in una promessa di serenità. Nonostante non sia iscritta al Patrimonio UNESCO, Chefchaouen resta una delle perle più evocative del Marocco, dove il passato e il presente si intrecciano nel silenzio di una città che parla sottovoce.
Marocco e le città imperiali
Le città imperiali del Marocco sono quattro e si dislocano da nord a sud nel Paese: Rabat, Fes, Meknes e Marrakech. Si chiamano in questo modo perché, nei secoli, sono state scelte come residenze da diverse dinastie di regnanti, che le hanno arricchite con interventi architettonici.
Rabat riunisce in sé il Marocco moderno e tradizionale. Fu fondata nel 1150 e è attualmente la capitale del Paese. Fes è una delle città sante del Marocco, sul fondo di una fertile vallata. La città vecchia con i suoi edifici, i suoi mercati e le sue moschee, è uno dei centri più attraenti di tutto il mondo islamico. La fondazione viene attribuita a Idrīs ibn Idrīs, discendente del profeta, nell’VIII secolo.
Nel 1250 divenne capitale, ma venne distrutta da un terremoto nel 1522, e allora la capitale fu trasferita prima a Marrakech, poi a Meknes. Fes ridivenne capitale nella prima metà del XIX secolo fino al 1912 quando il governatore coloniale francese Lyuatey si trasferì a Rabat.
Oggi di Fes ci resta la sua medina, dalle strade tortuose e strette, in cui è facile perdersi. Fra i monumenti più affascinanti c’è la madrasa degli Attārīn, i profumieri. Oltre ai monumenti imperiali, Fes è famosa per il quartiere dei conciatori di pelli, con le vasche scavate sui tetti.
Marrakech, il cuore pulsante del Paese. Il suo centro è Jema el-Fna, la piazza attorno alla quale si sviluppa la città vecchia. Il suo aspetto cambia nel corso della giornata: di mattina e pomeriggio ospita il mercato all’aperto, con bancarelle di stoffe, datteri, spremute d’arancia, uova di struzzo.
A fianco, gli artigiani tradizionali: dai decoratori con l’henné ai cavadenti, dagli indovini agli acrobati, dai suonatori di piazza agli incantatori di serpenti. Quando poi scende la sera, vengono disposte tavole e panche per cenare con couscous e tajine, allietati da musicanti gnaoua e cantastorie.
Viaggio in Marocco nord e deserto consigli
La primavera è il periodo ideale per visitare il sud del Marocco: le temperature sono meno torride ma restano nell’aria i profumi di spezie e zafferano che inondano i souk, fino a creare un percorso di odori facilmente riconoscibili.
Il Marocco è il Paese dell’artigianato. Pelletteria, argento e pietre dure, olio di rosa e il famoso olio di argan. Non dimenticare di considerare un certo budget per lo shopping!
Benché sia un Paese musulmano, è anche abituato ai turisti da tutto il mondo. Da nessuna parte vi verrà chiesto un abbigliamento particolare, se non nei luoghi di culto.
I cittadini italiani possono viaggiare per turismo in Marocco con il passaporto in corso di validità.
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I berberi
Gli Imazighen sono gli uomini liberi, che abitano buona parte del deserto del Sahara e del Nord Africa. In Occidente sono conosciuti come Berberi, dal francese bèrbèr… ovvero barbari.
I berberi furono i primi nel Maghreb a possedere civiltà e cultura proprie. Le loro origini sono antichissime, addirittura risalenti al paleolitico delle prime migrazioni dallo Yemen, proseguendo per tutta la storia del Nord Africa in sovrapposizione a popoli ugualmente antichi.
Tuttavia, è solo intorno al III secolo a.C. che si iniziano ad avere le prime informazioni dettagliate sui regni berberi. Questo perché passarono dall’essere del tutto nomadi, a stabilirsi sulle rive del Mediterraneo. Nacquero così il Regno di Numidia o quello di Mauritania, legati a celebri personaggi dell’antichità come Massinissa, Giugurta e Giuba II.
Dalla conquista romana in poi, i berberi hanno sempre dovuto fare i conti con dominazioni straniere. Tra questi, quella araba, che continua a segnare il rapporto di convivenza nel Marocco odierno.
È il momento di iniziare il tuo viaggio: si parte a Marzo 2026.