Minitour Vienna e Budapesa
Vienna, una città la cui atmosfera entra nelle vene di chi vi abita e ne diviene ispirazione: l’aria viennese ha ispirato geni del calibro di Antonio Vivaldi, Christoph Willibald Gluck, Wolfgang Amedeus Mozart, Joseph Haydn, Antonio Salieri, Ludwig van Beethoven, Franz Schubert, Johannes Brahms, Franz Liszt, Arnold Schönberg.
Il Danubio, che divide Buda da Pest e l’intero Paese in due e l’Ungheria dalla Slovacchia, danza tra la pianura stringendo insieme il paese, proprio come i ballerini nelle osterie si stringono nella czarda.
Una divisione che ricompone, come il cubo di Rubik. E a proposito di rompicapi, attenti! Se chiedete il gulyas vi portano una minestra!
Quello che noi chiamiamo gulash, lo spezzatino di manzo con cipolla, paprica, pomodoro e peperoni, qui si chiama prokolt. Poco male, un bicchierino di pálinka tutto d’un fiato mette a posto la tradizione e aiuta a preparare lo stomaco al prokolt o al gulyas o alla zuppa di amarene o ai funghi impanati e fritti… Szervusz
Il check-in e il disbrigo delle formalità doganali e d’imbarco andranno effettuati individualmente. I partecipanti incontreranno il resto del gruppo e la guida parlante italiano all’arrivo in Austria.
Inizia insieme a noi il tuo Minitour Vienna e Budapest:
– Vienna
– Budapest
– Castello di Schönbrunn
– Minitour Vienna e Budapest cosa serve
Vienna
La città dei musicisti, che ha ospitato Vivaldi, Gluck, Mozart, Haydn, Salieri, Beethoven, Schubert, gli Strauss, Brahms, Liszt, Schönberg, fu fondata dai Romani attorno al 100, col nome di Vindobona.
Carlo Magno inglobò la città nella Marca Orientale e Ottone I la donò nel 976 al margravio Leopoldo I di Babenberg. Dopo Federico II di Babenberg morto in battaglia nel 1246, la città passò ai boemi e nel 1278 a Rodolfo d’Asburgo, i cui discendenti regneranno fino al 1918, salvo la parentesi di Mattia Corvino, re degli ungheresi, dal 1485 al 1493.
Durante il Congresso di Vienna dal 1º novembre 1814 al 8 giugno 1815, che sotto la regia di Metternich avrebbe sancito la divisione dell’Europa post- napoleonica, i sovrani europei si trattennero nella capitale austriaca rendendola il centro del mondo occidentale. In questo periodo s’imposero da Vienna nel resto d’Europa le sinfonie di Schubert, i valzer di Strauss e lo stile Biedermeier.
Nei primi del Novecento la città fu scossa da fermenti artistici innovativi, come la Secessione di Gustav Klimt e lo Jugendstil. Dopo aver drammaticamente condiviso il destino del terzo Reich, l’Austria fu occupata dagli Alleati e Vienna venne divisa tra i vincitori della guerra fino al 1955.
Budapest
La città nacque ufficialmente nel 1873 dall’unione delle città storiche di Buda e Óbuda, dove sorgeva la romana Aquincum, che fu capitale della provincia della Pannonia inferiore sin dal tempo di Traiano, ubicate sulla sponda sinistra del Danubio, con l’abitato di Pest, situato sulla riva opposta.
Fino al 1918 Budapest fu una delle due capitali dell’Impero austro-ungarico. Dell’epoca romana restano un insediamento civile e uno militare, ciascuno con un anfiteatro, terme, mitrei, un acquedotto, alcune ville e numerosi castra di presidio del limes danubiano.
Dopo la battaglia di Mohács nel 1526, Pest cadde in mano agli invasori turchi e Buda la seguì quindici anni più tardi. Mentre Buda rimase la sede del governo turco Pest finì in rovina fino alla riconquista nel 1686 da parte delle truppe asburgiche.
Durante l’occupazione tedesca della II guerra mondiale più di un terzo dei 250.000 abitanti di origine ebraica di Budapest persero la vita nell’Olocausto, ma nonostante l’enorme massacro Budapest è ancor oggi la città europea con la maggior percentuale di popolazione ebraica.
Castello di Schönbrunn
Schönbrunn, la residenza estiva degli Asburgo ai margini di Vienna, fu molto più di un palazzo per Elisabetta di Baviera, l’imperatrice Sissi. Fu rifugio e prigione, palcoscenico dorato e luogo di solitudine.
Cresciuta libera tra i monti della Baviera, Sissi mal si adattò all’etichetta rigida della corte viennese, ma fu a Schönbrunn che visse molti dei momenti cruciali della sua vita: vi nacquero i suoi figli, vi ricevette dignitari da tutta Europa, ma soprattutto vi maturò la sua inquieta ricerca di libertà.
Gli appartamenti imperiali raccontano ancora la sua presenza. Le stanze semplici, gli specchi che riflettono la sua bellezza leggendaria, il suo ritratto nei saloni accanto a quello dell’imperatore Francesco Giuseppe. Nei giardini geometrici, tra fontane e aiuole, Sissi amava camminare da sola per ore. Schönbrunn, con i suoi oltre 1.400 ambienti, è oggi un simbolo della grandezza asburgica e dell’enigma dell’imperatrice.
Dal 1996, il complesso è Patrimonio UNESCO, capolavoro del barocco europeo e memoria vivente di un’epoca tramontata.
Cosa serve
Ai cittadini italiani è necessario il passaporto o la carta d’identità valida per l’espatrio.
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