Viaggio nel Sud del Portogallo
Il poeta Luís Vaz de Camões definì nelle Lusiadi il Cabo da Roca il luogo “Onde a terra se acaba e o mar começa…” Dove la terra finisce e il mare comincia.
Questa frase incisa sul monumento di pietra che certifica il capo come punto più occidentale del continente europeo, compendia anche le più grandi capacità che la storia del Portogallo ha donato all’Europa: intrepidi navigatori e letterati visionari.
Che mondo sarebbe il nostro senza le terre scoperte da Magellano e Vasco da Gama e senza la fantasia di Pessoa e Saramago?
Il check-in e il disbrigo delle formalità doganali e d’imbarco andranno effettuati individualmente. I partecipanti incontreranno il resto del gruppo e la guida parlante italiano all’arrivo in Portogallo.
Inizia insieme a noi il tuo viaggio nel Sud del Portogallo:
– Évora
– Vino dell’Alentejo
– Famosi per il sughero?
– Viaggio nel Sud del Portogallo cosa serve
Évora
Évora sorge nel cuore dell’Alentejo, cinta da mura medievali e immersa in un paesaggio disseminato di dolmen preistorici. Ancora oggi è una delle città più antiche del Portogallo e un esempio straordinario di continuità urbana.
Fondata dai Romani con il nome di Liberalitas Julia, conobbe un lungo periodo di splendore sotto il dominio moresco e raggiunse l’apice della sua fioritura nel XV e XVI secolo, quando divenne residenza dei monarchi portoghesi e fiorente centro culturale.
Passeggiare per le sue strade acciottolate significa attraversare secoli di storia stratificata. Dall’imponente Tempio Romano, mirabilmente conservato, alla Sé, la cattedrale fortificata che fonde gotico e romanico, fino alla Chiesa di São Francisco con la celebre Capela dos Ossos, le cui pareti sono interamente rivestite di ossa umane. L’Università di Évora, fondata nel 1559 dai Gesuiti, è una delle più antiche del paese e continua a essere un centro di vita intellettuale.
Dal 1986 Évora è Patrimonio dell’Umanità UNESCO, riconoscimento che ne attesta il valore universale.
Vino dell’Alentejo
Il vino dell’Alentejo nasce in una delle regioni più vaste e assolate del Portogallo, distesa a perdita d’occhio tra dolci colline, campi di grano, sugherete e oliveti secolari. Questo vasto altopiano che si estende dall’estuario del Tago fino quasi all’Algarve, attraversato da pochi fiumi e punteggiato da bianchi villaggi fortificati, custodisce una tradizione vitivinicola antichissima, risalente all’epoca romana e profondamente radicata nel paesaggio rurale e nel ritmo delle stagioni.
Famoso per i suoi rossi corposi, intensi e generosi, il vino alentejano si avvale di vitigni autoctoni come l’Aragonês, il Trincadeira, l’Alicante Bouschet e il Castelão, spesso assemblati con grande maestria. I bianchi, meno noti ma in rapida ascesa, colpiscono per freschezza e mineralità, prodotti da varietà come l’Antão Vaz e l’Arinto.
La tradizione delle talhas, le grandi anfore di terracotta ereditate dall’antichità romana e tuttora utilizzate in alcune cantine artigianali, aggiunge un’aura di autenticità a una produzione che oggi guarda anche all’innovazione e alla sostenibilità.
Famosi per il sughero?
Il sughero dell’Alentejo rappresenta una delle espressioni più autentiche e sostenibili del paesaggio culturale portoghese. In questa regione vasta e scarsamente popolata, la quercia da sughero disegna una trama antica fatta di resilienza e di equilibrio tra uomo e natura.
L’Alentejo ospita oltre la metà delle foreste di sughero del Portogallo e produce circa il 60% del sughero nazionale, facendo del Paese il primo esportatore mondiale.
La raccolta del sughero, ancora oggi eseguita a mano, avviene ogni nove anni durante i mesi estivi, quando la corteccia può essere staccata senza danneggiare l’albero. Si tratta di un’arte paziente e rispettosa, tramandata di generazione in generazione, che consente agli alberi di vivere anche oltre i due secoli.
Il sughero alentejano è particolarmente apprezzato per la sua leggerezza, elasticità e impermeabilità, qualità che lo rendono ideale non solo per i tradizionali tappi da vino, ma anche per applicazioni moderne nell’edilizia, nella moda e nel design.
Questa attività millenaria non è solo una risorsa economica, ma un pilastro dell’identità regionale. I montados, i boschi di querce da sughero, sono ecosistemi complessi e fragili che ospitano una biodiversità rara, proteggono il suolo dall’erosione e conservano l’umidità in una terra che lotta contro l’aridità crescente. In Alentejo, il sughero è un simbolo di coesistenza armoniosa tra natura e cultura, di un’economia circolare ante litteram che unisce bellezza e utilità.
Riconosciuto a livello internazionale per il suo valore ambientale e culturale, questo patrimonio vivente continua a dialogare con il futuro, tra tradizione artigianale e innovazione sostenibile.
Viaggio nel Sud del Portogallo cosa serve
Ai cittadini italiani è sufficiente la carta d’identità in corso di validità e valida per l’espatrio.
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È il momento di iniziare il tuo viaggio: si parte da Maggio a Ottobre 2026.
