PANTELLERIA

LAVA, CAPPERI E ZIBIBBO

Viaggio a Pantelleria a Settembre

Lontana dai riflettori che puntano su Lampedusa, Pantelleria a Settembre se ne sta in disparte e custodisce come un segreto il suo primato di isola siciliana più vicina alle coste tunisine.
Ti portiamo nell’ultima isola, con il nostro viaggio a Pantelleria: la capitale della lava, dei capperi e dello Zibibbo.

Diversamente dagli altri arcipelaghi siciliani, Pantelleria è unica nel suo genere. Un’isola dalla storia antica, di contadini più che di pescatori. Come i campi di cui è tappezzata, conosce tutte le stagioni.

Le sorelle più vicine alla terraferma si animano in estate, spesso di folle di turisti che si accontentano di una toccata e fuga. Pantelleria, invece, è attraversata da un turismo più mite, forse più pacato e rispettoso, che fa capolino anche durante l’anno e cerca pace e lunghe soste rigeneranti.

 

Inizia insieme a noi il tuo viaggio a Pantelleria:
– Viaggio a Pantelleria a Settembre cosa fare
– Lava
– Capperi
– Zibibbo
– Il giardino Pantesco
– Viaggio a Pantelleria a Settembre consigli

 

Viaggio a Pantelleria a Settembre cosa fare

Nel blu del canale di Sicilia spunta una perla nera, l’isola di Pantelleria.
I paesaggi selvaggi dell’isola, dominati dal colore nero delle impervie colate laviche che scivolano nel blu oltremarino, sono punteggiati qua e là dal verde scuro di capperi, olivi e viti, dal bianco della calce dei tetti dei dammusi e dall’azzurro opalino dei laghetti termali incastonati nei coni di antichi vulcani.
A Pantelleria nasce lo zibibbo, prezioso nettare da antichissimi vitigni, caparbiamente coltivati a dispetto dell’asprezza del territorio. La vite ad alberello è arrivata ad essere iscritta nell’elenco dei beni immateriali dell’UNESCO.

Il più antico stanziamento ritrovato sull’isola è il villaggio fortificato con mura ciclopiche di Mursìa.

A periodi successivi risalgono le costruzioni in pietra lavica murata a secco, dette sesi, che celano tombe circolari, da cui gli archeologi hanno scavato una notevole quantità di oggetti importati da Micene e dall’Egitto. I fenici, che chiamavano l’isola Hiranim, vi fondarono la colonia di Cossyra.

Pantelleria vide anche l’occupazione araba, che la chiamarono Bent el Rhia: l’isola del vento. Furono proprio gli Arabi a introdurre i dammusi, la coltivazione del cotone e la loro lingua che, con una variante locale simile al maltese, rimarrà in uso fino agli inizi del XIX secolo.

 

Lava

Pantelleria è un vulcano sommerso a 110 km a sud ovest della Sicilia e a 65 km a nord est della Tunisia, la cui ultima eruzione è avvenuta nel 1891. Nella porzione emersa, che si estende su 80 Km² e si eleva fino a 836 metri sono tuttora presenti fenomeni di vulcanesimo secondario, prevalentemente acque calde e soffioni di vapore.

Questa particolare conformazione ha reso famosi luoghi legati al benessere termale, come la grotta di Benikulà, un bagno turco ante litteram, oppure il Lago Specchio di Venere, sulle cui rive si possono fare i fanghi.

Gadír è una delle contrade più note dell’isola, un borgo di pescatori che, fino agli anni ’60 era ricco di buvíre (pozzi di acqua dolce). Oggi è una popolare località turistica, anche per la presenza di vasche termali naturali di diverse dimensioni e temperature.

Il terreno di Pantelleria, sebbene tutto di provenienza vulcanica, è di tipologie geologiche molto diverse tra loro. Questo fatto non è solo di grande interesse per gli studiosi ma costituisce anche il fascino della costa. Navigando attorno all’isola, durante l’escursione in barca prevista anche dal nostro programma, si notano formazioni variegate.

Da “onde” di pietra a scalinate basaltiche, dai faraglioni scavati dal mare a scogli piatti e nerissimi, su cui gli isolani amano godere del sole estivo.

 

Capperi

La flora autoctona dell’isola è costituita dalla macchia mediterranea, dominata dalla ginestra, dal corbezzolo, dal rosmarino, dalla lavanda, dall’origano. Ciò che hanno in comune tutte queste piante è il fatto di crescere in una varietà rasente al suolo, per proteggersi dal sole quasi africani e dal forte vento che spesso si alza sull’isola.

Queste condizioni atmosferiche impervie all’agricoltura, hanno invece favorito la coltivazione del pregiato Cappero di Pantelleria.

Il cappero non ha bisogno di nulla, cresce spontaneamente nelle spaccature delle pietre e i suoi semi sono trasportati dal vento in tutta l’isola. Quello che noi conosciamo come cappero è il fiore della pianta, raccolto prima che sbocci. Dell’arbusto del cappero si consumano in cucina anche i fiori sbocciati, detti cucunci, e le foglie, prodotti tipici della cucina pantesca.

La raccolta del cappero è un’attività dura, che va fatta rigorosamente a mano e quindi forte rischio di scomparsa.

 

Zibibbo

L’economia dell’isola è basata sull’agricoltura specializzata della coltivazione della vite. Vi si producono gli apprezzati vino Zibibbo, Moscato e Passito di Pantelleria.

La pratica agricola della coltivazione ad alberello della vite zibibbo, tipica di Pantelleria, è considerato dall’UNESCO patrimonio immateriale dell’umanità, prima pratica agricola al mondo a ottenere questo riconoscimento.

Il termine zibibbo deriva dalla parola araba zabīb, ovvero “uvetta” o “uva passita”, per via del particolare metodo di produzione che prevede l’appassimento delle uve. Originario dell’Egitto, la qualità di vino moscato d’Alessandria venne introdotto durante la dominazione araba a Pantelleria come zibibbo, dove tuttora ne viene coltivata la quasi totalità della produzione nazionale.

Visitare una produzione locale pantesca durante un viaggio a Pantelleria significa assaporare l’anima contadina dell’isola. Come il cappero, la vite ad alberello dello zibibbo è il simbolo di un’eccellenza gastronomica che sfida le avversità climatiche del territorio.

 

Il giardino Pantesco

Agli elementi naturali che caratterizzano il paesaggio di Pantelleria si aggiungono tipici manufatti creati dall’uomo, muri a secco, giardini panteschi e dammusi. I muri a secco delimitano la proprietà fondiaria, bonificano il terreno dal pietrame e lo contengono.

I giardini panteschi, singolari costruzioni quasi sempre cilindriche, in muratura di pietra lavica a secco, creano al loro interno un micro-clima adatto alla crescita degli agrumi, necessari per l’apporto di vitamina C alla dieta della popolazione, proteggendoli dal vento e dalla salsedine e convergendo verso di loro l’acqua condensata dal vapore di rugiada.

L’agrume prigioniero nel giardino passa di generazione in generazione, fino a diventare un bene di famiglia. Tutt’oggi sono esempi di architettura bio-climatica e il più famoso, quello di Donnafugata, è stato donato ai beni del FAI.

 

Viaggio a Pantelleria a Settembre consigli

Un viaggio a Pantelleria non è solo un soggiorno mare. Principalmente perché le coste laviche non offrono spiagge di sabbia, bensì l’ingresso al mare è sempre tramite scogli. Per questo motivo, consigliamo di munirsi di scarpe da scoglio, ma anche di maschera e boccaglio, perché i fondali e le acque limpidissime offrono panorami marini impagabili.

Con la nostra proposta visiterai l’isola nella sua interezza, poiché il pacchetto escursioni è già incluso.
Metti in valigia anche abiti e scarpe comode per le visite del giorno. Non sono previsti trekking, il viaggio è alla portata di tutti, ma non limitarti al costume da bagno!

Un ultimo consiglio: il fascino di Pantelleria sta nel suo volto selvaggio. Scegliere un periodo che escluda il picco del turismo di massa ti premetterà di goderti l’esperienza al 100%.

Per viaggiare a Pantelleria è sufficiente la carta d’identità e non sono presenti ulteriori formalità.
Controlla il sito ufficiale di VIAGGIARE SICURI per gli ultimi aggiornamenti.

 

È il momento di iniziare il tuo viaggio: si parte a Settembre 2024.

 

Programma di viaggio a Pantelleria a Settembre in breve

1° giorno, sabato 21 settembre 2024: Bologna/Bergamo/Linate > Pantelleria
Ritrovo dei signori partecipanti all’aeroporto di Bologna/Bergamo/Linate, partenza con volo diretto low-cost per Pantelleria. Pranzo libero. Trasferimento in bus (non esclusivo) in hotel.

2° giorno, domenica 22 settembre 2024: Pantelleria
Pensione completa. Mattinata dedicata alla scoperta dell’isola con un tour panoramico in bus. Rientro in hotel per il pranzo. Pomeriggio libero per relax, attività balneari ed escursioni individuali. Cena e pernottamento in Hotel.

3° giorno, lunedì 23 settembre 2024: Pantelleria
Pensione completa. Imbarco in mattinata e circumnavigazione dell’isola. Pranzo frugale a bordo durante la navigazione. Rientro in hotel nel pomeriggio, cena e pernottamento.

4° giorno, martedì 24 settembre 2024: Pantelleria
Pensione completa. Giornata a disposizione per il relax e le attività balneari.

5° giorno, mercoledì 25 settembre 2024: Pantelleria
Pensione completa. Intera giornata dedicata alla scoperta delle aree termali dell’isola. Rientro in hotel per la cena e il pernottamento.

6° giorno, giovedì 26 settembre 2024: Pantelleria
Pensione completa. Intera giornata di escursione enogastronomica alla scoperta del cuore agricolo dell’isola, dei suoi vigneti a zibibbo, e alla tecnica colturale ad alberello, Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO.
Nel pomeriggio, visita del Giardino pantesco della famosa Cantina Donnafugata, donato al FAI nel 2008. Rientro in hotel, cena e pernottamento.

7° giorno, venerdì 27 settembre 2024: Pantelleria
Pensione completa. Giornata a disposizione per il relax, le escursioni individuali e le attività balneari.

8° giorno, sabato 28 settembre 2024: Pantelleria > Bologna/Bergamo/Linate
Prima colazione. Trasferimento in bus (non esclusivo) in aeroporto in tempo utile per il volo low-cost di rientro a Bologna/Bergamo/Linate.

TOUR GALLERY

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