Viaggio alle Lofoten
La vita è dura d’inverno oltre il circolo polare, ma è lì che il cielo scherza con gli elettroni e produce quello straordinario gioco di luci conosciuto come aurora boreale.
Anche se ha l’aspetto di una poesia, anche se la mitologia vichinga vuole che siano i riflessi degli scudi delle Valchirie, l’aurora boreale è, più prosaicamente, un fenomeno ottico dell’atmosfera terrestre. Caratterizzato da bande luminose di forme e colori mutevoli, tipicamente di colore rosso-verde-azzurro, causato dall’interazione del vento solare con la ionosfera terrestre.
Inizia insieme a noi il tuo viaggio alle Lofoten:
– L’aurora boreale tra i fiordi
– Viaggio alle Lofoten cosa vedere
– La cultura Sami
– Lo stoccafisso alle Lofoten
L’aurora boreale tra i fiordi
L’aurora boreale ha sempre avuto un’aura di mistero. I popoli sami vi leggevano presagi, i viaggiatori ottocenteschi la raccontavano come un incendio celeste. Ancora oggi, sebbene la scienza l’abbia decodificata, rimane uno spettacolo a metà tra natura e mistero.
Tipica del cielo del Nord, l’aurora boreale non si lascia catturare facilmente. Infatti, nel programmare un viaggio alle Lofoten per l’aurora boreale bisogna tenere conto di alcuni particolari, per massimizzare le possibilità di vederla.
Per trovarla non è necessario spingersi il più a nord possibile, poiché l’aurora è come un anello che si poggia sulla calotta artica. Solo a determinate latitudine compare. Il nord della Norvegia e in particolare le Lofoten sono il luogo ideale.
L’attesa è parte del rito: comanda la natura e non si può programmare. Si esce quando il cielo è più buio e durante i mesi invernali le ore sono molte a disposizione. Poi, all’improvviso, il cielo cambia. Una vibrazione sottile attraversa l’orizzonte e strisce di luce iniziano a muoversi come tende spinte dal vento. Inizia la danza dell’aurora.
Viaggio alle Lofoten cosa vedere
La contea di Nordland, che comprende anche le isole Lofoten e Vesterålen si trova nella Norvegia settentrionale ed è celebre per i paesaggi di confine, tra alte montagne, fiordi ghiacciati in inverno e verdi d’estate e un mare che custodisce alcune delle specie più particolari della Terra.
Le Lofoten sono un arcipelago di 1.227 km² e soli 24.000 abitanti. Siamo oltre il circolo polare artico, ma il clima si mantiene mite grazie all’azione della corrente del Golfo. Qui, le temperature medie d’inverno difficilmente scendono più di qualche grado sotto allo zero, rendendo le visite invernali più affrontabili. Nel programmare un viaggio alle Lofoten avrete bisogno solo di abbigliamento invernale o da sci!
Svolvær è la città più antica del Circolo polare artico, risalente all’epoca dei Vichinghi, anche se vi sono stati trovati reperti risalenti addirittura al 3000-4000 a.C.
Nel 1432 vi giunse, spinto da una tempesta, il veneziano Pietro Querini, che riportò nella repubblica la pratica dell’essiccazione del merluzzo. L’uso dello stoccafisso avrebbe poi avuto grande fortuna nel Veneto, dove ancor oggi è esportata la maggior parte dello stoccafisso prodotto nelle isole Lofoten. Tanto che il comune di Røst, nella parte sud dell’arcipelago, è gemellato con Sandrigo, in provincia di Vicenza.
Per un viaggio alle Lofoten sarà sufficiente la carta d’identità valida per l’espatrio.
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La cultura sami
La cultura sami affiora come un filo antico che intreccia natura e mito, un patrimonio che resiste ai confini imposti e che si riconosce nel ritmo delle stagioni del Grande Nord. Tradizionalmente, i sami abitano le terre che vanno dalla Norvegia alla Finlandia, dalla Svezia alla penisola di Kola in Russia. In origine popolo nomade, che ha seguito per secoli le migrazioni delle renne, i sami hanno intrecciato la propria identità con i paesaggi di tundra, foreste e fiumi ghiacciati.
Il joik è il loro canto tradizionale, una delle forme musicali più antiche d’Europa e forse la porta più immediata per entrare in questo universo.
Si tratta di un canto tradizionale che non “parla di”, ma “è” ciò che evoca: una persona, un animale, un luogo, uno spirito. Ogni joik è unico e nasce come espressione intima e personale, tramandata oralmente attraverso le generazioni.
Questi canti, che spesso non seguono strutture ritmiche o melodiche convenzionali, si caratterizzano per suoni gutturali, vocalizzi ripetuti e un timbro vocale che cerca di fondere l’essere umano con l’ambiente naturale circostante, in una sorta di meditazione sonora. Il joik era in passato legato a rituali sciamanici e alla vita quotidiana dei Sami, ma fu a lungo osteggiato, soprattutto durante i processi di cristianizzazione, che lo associavano a pratiche pagane.
Oggi il joik è stato riconosciuto come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO.
Lo stoccafisso alle Lofoten
Da secoli, le Lofoten sono il cuore pulsante della produzione del tørrfisk, lo stoccafisso, che qui raggiunge la sua espressione più nobile grazie alla combinazione perfetta di temperatura, umidità e correnti marine.
Le origini della pesca invernale del merluzzo risalgono almeno all’epoca vichinga, ma fu a partire dal Medioevo che lo stoccafisso delle Lofoten divenne merce di scambio essenziale in tutta Europa, soprattutto dopo che fu introdotto nella dieta cattolica come alimento adatto alla Quaresima. I pesci, pescati tra gennaio e aprile durante la migrazione riproduttiva del merluzzo artico norvegese (skrei), vengono appesi a essiccare all’aria aperta per diversi mesi, secondo tecniche immutate nel tempo.
Il piccolo villaggio di Å, sulla punta meridionale dell’arcipelago, ospita oggi un museo interamente dedicato allo stoccafisso, a testimonianza di quanto questo alimento sia radicato nel tessuto culturale e sociale della regione. L’architettura tradizionale delle rorbu, le case dei pescatori, restaurate e trasformate in alloggi per viaggiatori, racconta la continuità fra la vita dura del passato e il turismo sostenibile di oggi.
È il momento di iniziare il tuo viaggio: si parte a Febbraio 2026.