Viaggio in Mongolia Naadam
C’è un giorno d’estate in Mongolia in cui la steppa sembra trattenere il respiro. A Ulaanbaatar, come nei villaggi più remoti, i colori dei deel tradizionali emergono tra le tende bianche delle gher, cucendo passato e presente in un unico spazio rituale.
Il festival tradizionale del Naadam prende forma e il Paese si riconosce in tre gesti antichi: correre, lottare, tendere un arco.
Di giorno la terra riflette il cielo e l’ombra delle nuvole corre lungo il deserto e le steppe, la notte le stelle premono per scendere dal cielo mai così vicino.
La natura è forte in Mongolia, quasi spaventevole. A contrappunto, gli occhi grandi e profondi dei bambini, il carattere gentile, l’ospitalità genuina, il sorriso enigmatico dei nomadi. E una fierezza nobile che risale alla stirpe e ai tempi di Gengis Khan, il grande condottiero che conquistò il mondo in groppa a un cavallo, dal quale cadde solo morendo.
Inizia insieme a noi il tuo viaggio in Mongolia per il Naadam:
– Viaggio in Mongolia cosa vedere
– Natura in Mongolia
– Festival del Naadam
– Viaggio in Mongolia Naadam consigli
Viaggio in Mongolia cosa vedere
La Mongolia sa sorprendere nella maestosità dei suoi spazi naturali, così vuoti eppure allo stesso tempo pieni dei dettagli più incredibili.
Ulanbataar, la capitale del paese e città più fredda al mondo, cambiò nome più volte prima di adottare il nome attuale nel 1924. Qui tradizione e modernità si fondono con armonia e, accanto alle gher tradizionali, si trovano edifici moderni, in stile leggermente sovietico, e un’architettura per nomadi.
Il cuore pulsante della capitale è Piazza Genghis Khan, da cui inizia il Viale della Pace (Enku Taivni Orgon Cholu), che attraversa Ulanbataar da un capo all’altro, costellato di negozi, ristoranti, bar, caffetterie e altro ancora, come le altre metropoli moderne.
Ma quello che contraddistingue la Mongolia è la natura degli spazi infiniti, che attraverserete con questo viaggio.
La steppa si apre come una pagina senza margini, un tappeto d’erba che cambia colore con le stagioni e con la luce, dal verde breve dell’estate al rame secco dell’autunno. Il vento la percorre senza ostacoli, portando l’eco lontana degli zoccoli, il profumo acre dell’artemisia, il fumo sottile che sale dalle gher isolate.
A sud, il Gobi sorprende con la sua idea di deserto. Non solo sabbia, ma canyon di roccia, pianure di ghiaia, dune che cantano quando il vento le muove. Qui il silenzio è compatto, interrotto dal richiamo di un avvoltoio o dal passo lento dei cammelli.
A nord, le foreste di larici e i laghi profondi come Khövsgöl riflettono un altro volto del Paese, più umido e ombroso, dove l’acqua conserva storie antiche e il freddo modella i gesti quotidiani.
Natura in Mongolia
Mongolia: spazi immensi, all’apparenza “vuoti”, che racchiudono una grande ricchezza. Sedici ecoregioni, con una biodiversità di animali e specie vegetali molto diversificata. Le praterie coprono più della metà del paese, ma il paesaggio della Mongolia è estremamente vario e comprende montagne, laghi, deserti e vaste praterie, che coprono circa il 75% del territorio.
Troviamo poi il deserto del Gobi che, contrariamente alla credenza popolare, non è un deserto di dune e sabbia, ma un deserto di rocce.
Il Gobi non è solo sabbia. Le dune di Khongoryn Els si alzano come onde ferme, e quando il vento le percorre producono un suono profondo, quasi un respiro. Tra un orizzonte e l’altro appaiono mandrie di cammelli bactriani, lenti e vigili. Qui la presenza umana è discreta, mai invasiva. La notte restituisce un freddo netto e una volta stellata che orienta più delle mappe.
Festival del Naadam
Il Festival del Naadam si svolge ogni estate nelle vaste pianure della Mongolia, con il culmine più spettacolare nello stadio centrale di Ulaanbaatar. Non è solo una celebrazione sportiva: è un rito identitario che riflette il legame profondo tra il popolo mongolo e il suo territorio aperto, segnato dal vento e dall’orizzonte senza confini.
Le sue origini affondano nel Medioevo, quando le competizioni di lotta, tiro con l’arco e corsa dei cavalli servivano a selezionare i migliori guerrieri dell’impero di Gengis Khan. Nel tempo, queste prove sono diventate i tre giochi virili, simbolo di forza, abilità e resistenza.
Durante il periodo socialista del Novecento il Naadam venne riorganizzato come festa nazionale, assumendo anche una dimensione politica, ma senza perdere il suo carattere popolare e rituale. Ancora oggi i bambini cavalcano per chilometri attraverso la steppa, i lottatori indossano costumi che richiamano antiche armature, gli arcieri scoccano frecce seguendo gesti immutati nei secoli.
Accanto alle competizioni, la vita nomade si racconta nelle tipiche abitazioni (le gher), nei canti epici e nei costumi tradizionali, mentre la Mongolia contemporanea osserva e partecipa, consapevole che in questa festa si riflette un dialogo costante tra passato e presente.
Il Naadam non è patrimonio UNESCO, ma è riconosciuto come una delle più autentiche espressioni culturali dell’Asia centrale, capace di trasformare per pochi giorni l’intero paese in un grande spazio cerimoniale a cielo aperto.
Viaggio in Mongolia Naadam consigli
Viaggiare in Mongolia vuol dire viaggiare senza avere strade. Lasciata la capitale, dimenticatevi dei trasporti pubblici, della segnaletica stradale e più banalmente… dell’asfalto. La Mongolia si esplora lungo circa 2.500 km di piste sterrate, con mezzi 4×4 attrezzati e pernottando in cambi gher mobili.
La cultura nomade e il clima del paese sono ciò che detta queste regole. Senza sbocchi sul mare, la Mongolia ha un clima piacevole durante i mesi estivi e molto rigido per il resto dell’anno. Per questo motivo, le strutture ricettive fuori da UIlaanbataar non sono fisse durante tutto l’anno e non hanno perciò una rete fognaria. Un viaggio in Mongolia implica perciò un certo grado di adattamento, al condividere i bagni (esterni, appunto, per non dare problemi di odore legati agli scarichi), ma restituisce una dimensione umana e naturale introvabile altrove.
I cittadini italiani possono viaggiare per turismo in Mongolia. È necessario il passaporto in corso di validità con validità residua di almeno 6 mesi.
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È il momento di iniziare il tuo viaggio: si parte a Giugno 2026.
