Un viaggio in Romania, più precisamente in Transilvania e Bucovina, alla scoperta di castelli e monasteri. In Romania i castelli sono cupi, le montagne sono avvolte dalla nebbia, i vampiri si scacciano con le teste d’aglio. Potere degli stereotipi. Ma quando i rom vestiti di rosso attraversano i campi nelle trazzere di campagna dove ancora circolano carri e cavalli e il vento scuote le imposte di legno dai color pastello delle chiese fortificate transilvane, gli stereotipi prendono magicamente vita.
Tra le particolari icone del territorio vi sono castelli e monasteri, vivide testimonianze di un passato non così lontano. Impossibile non pensare alla vicenda di Dracula, legata a doppio filo sia alla cittadina di Bran che a quella di Curtea de Arges. Il Castello di Bran ispirò la descrizione del castello di Dracula nel romanzo di Bram Stoker, ma non è il castello storicamente appartenuto al voivoda Vlad III di Valacchia: il vero Castello di Dracula è la Fortezza di Poenari, ormai in rovina, che si trova a Arefu, presso Curtea de Argeş.
Se la Transilvania è terra di castelli, in Bucovina il paesaggio è dominato dai monasteri affrescati, dichiarati Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Tappe immancabili sono Voroneţ, Moldoviţa e Suceviţa. Il primo monastero è noto per l’azzurro di Voroneţ, composizione cromatica che circonda il Trono dello Spirito Santo, unico al mondo poiché non si è ancora riusciti a realizzarne una sintesi chimica. Dal canto suo, l’edificio di Moldoviţa conserva affreschi risalenti alla seconda metà del 1500 e tutt’ora in buono stato. Le scene rappresentano temi ricorrenti dell’arte cristiana ortodossa. Infine, il monastero di Suceviţa fu costruito nel XVI secolo in uno stile che combina elementi bizantini e gotici con una forma che ricorda da vicino quella delle chiese lignee della Moldavia.
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