ALLE ISOLE LOFOTEN PER L’AURORA BOREALE

Icon Settembre 9, 2025
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Viaggio alle Isole Lofoten per l’aurora boreale

Ci sono luoghi in cui la notte non è assenza di luce, ma un teatro in cui il cielo si reinventa: sono queste le isole Lofoten durante l’aurora boreale.

Di giorno, le isole Lofoten sono scaglie innevate sul mare di Norvegia. Ma quando la notte polare stende il suo velo e il silenzio del fiordo si fa più denso, accade che il buio venga attraversato da movimenti lenti. Arabeschi di luce che sembrano respirare.

L’aurora boreale non è più un’idea distante.

 

Inizia insieme a noi il tuo viaggio alle isole Lofoten per l’aurora boreale:
– L’aurora boreale tra i fiordi
– Vichinghi
– Viaggio alle isole Lofoten cosa vedere
– La cultura Sami

 

L’aurora boreale tra i fiordi

Il viaggiatore la attende spesso al freddo, gli occhi al cielo aspettando che succeda quello che si è solo letto sui libri o visto in uno scatto. Quando, senza preavviso, il cielo si apre in drappi verdi che si piegano e si dissolvono, per tornare subito a vibrare di rosa e di viola, la meraviglia prende il sopravvento. È un movimento che ricorda le danze popolari, o la gestualità lenta di un sipario che si alza su una scena invisibile.

Tipica del cielo del Nord, l’aurora boreale non si lascia catturare facilmente. Infatti, nel programmare un viaggio alle Lofoten per l’aurora boreale bisogna tenere conto di alcuni particolari, per massimizzare le possibilità di vederla.

Per trovarla non è necessario spingersi il più a nord possibile, poiché l’aurora è come un anello che si poggia sulla calotta artica. Solo a determinate latitudine compare. Il nord della Norvegia e in particolare le Lofoten sono il luogo ideale.

L’attesa è parte del rito: comanda la natura e non si può programmare. Si esce quando il cielo è più buio e durante i mesi invernali le ore sono molte a disposizione. Poi, all’improvviso, il cielo cambia. Una vibrazione sottile attraversa l’orizzonte e strisce di luce iniziano a muoversi come tende spinte dal vento. Inizia la danza dell’aurora.

Vichinghi

L’arcipelago delle Lofoten, oggi celebre per i suoi paesaggi mozzafiato e per la pesca del merluzzo, fu uno dei centri nevralgici della civiltà vichinga in Norvegia settentrionale.

A Borg, sull’isola di Vestvågøy, è stato rinvenuto il più grande edificio vichingo mai scoperto: una lunga casa padronale di oltre 80 metri appartenuta, probabilmente, a un potente capo locale del IX secolo. Il sito è oggi sede del Lofotr Vikingmuseum, dove è possibile camminare tra ricostruzioni fedeli, assistere a rievocazioni storiche e osservare reperti originali che raccontano la vita quotidiana, le pratiche religiose e le rotte commerciali di quel tempo.

Le Lofoten, grazie alla loro posizione strategica tra il Mare del Nord e l’Oceano Artico, furono crocevia di scambi e spedizioni: da questi porti salparono navi dirette verso le isole britanniche, la costa del Baltico e l’Europa continentale.

La natura aspra e generosa del luogo plasmò una società resistente e intraprendente, che trovava nella pesca, nella caccia e nel commercio i pilastri della propria economia. Le tracce vichinghe sopravvivono non solo negli scavi archeologici, ma anche nei toponimi, nei racconti orali e nelle ritualità legate al mare e al ritmo delle stagioni. Il legame tra le Lofoten e l’eredità vichinga è tuttora vivo, alimentato da una memoria che qui non si è mai interrotta.

 

Viaggio alle isole Lofoten cosa vedere

La contea di Nordland, che comprende anche le isole Lofoten e Vesterålen si trova nella Norvegia settentrionale ed è celebre per i paesaggi di confine, tra alte montagne, fiordi ghiacciati in inverno e verdi d’estate e un mare che custodisce alcune delle specie più particolari della Terra.

Le Lofoten sono un arcipelago di 1.227 km² e soli 24.000 abitanti. Siamo oltre il circolo polare artico, ma il clima si mantiene mite grazie all’azione della corrente del Golfo. Qui, le temperature medie d’inverno difficilmente scendono più di qualche grado sotto allo zero, rendendo le visite invernali più affrontabili. Nel programmare un viaggio alle Lofoten avrete bisogno solo di abbigliamento invernale o da sci!

Svolvær è la città più antica del Circolo polare artico, risalente all’epoca dei Vichinghi, anche se vi sono stati trovati reperti risalenti addirittura al 3000-4000 a.C.
Nel 1432 vi giunse, spinto da una tempesta, il veneziano Pietro Querini, che riportò nella repubblica la pratica dell’essiccazione del merluzzo. L’uso dello stoccafisso avrebbe poi avuto grande fortuna nel Veneto, dove ancor oggi è esportata la maggior parte dello stoccafisso prodotto nelle isole Lofoten. Tanto che il comune di Røst, nella parte sud dell’arcipelago, è gemellato con Sandrigo, in provincia di Vicenza.

Per un viaggio alle Lofoten sarà sufficiente la carta d’identità valida per l’espatrio.
Controlla il sito ufficiale di VIAGGIARE SICURI per gli ultimi aggiornamenti.

 

La cultura sami

La cultura sami affiora come un filo antico che intreccia natura e mito, un patrimonio che resiste ai confini imposti e che si riconosce nel ritmo delle stagioni del Grande Nord. Tradizionalmente, i sami abitano le terre che vanno dalla Norvegia alla Finlandia, dalla Svezia alla penisola di Kola in Russia. In origine popolo nomade, che ha seguito per secoli le migrazioni delle renne, i sami hanno intrecciato la propria identità con i paesaggi di tundra, foreste e fiumi ghiacciati.

Il joik è il loro canto tradizionale, una delle forme musicali più antiche d’Europa e forse la porta più immediata per entrare in questo universo.

Si tratta di un canto tradizionale che non “parla di”, ma “è” ciò che evoca: una persona, un animale, un luogo, uno spirito. Ogni joik è unico e nasce come espressione intima e personale, tramandata oralmente attraverso le generazioni.

Questi canti, che spesso non seguono strutture ritmiche o melodiche convenzionali, si caratterizzano per suoni gutturali, vocalizzi ripetuti e un timbro vocale che cerca di fondere l’essere umano con l’ambiente naturale circostante, in una sorta di meditazione sonora. Il joik era in passato legato a rituali sciamanici e alla vita quotidiana dei Sami, ma fu a lungo osteggiato, soprattutto durante i processi di cristianizzazione, che lo associavano a pratiche pagane.

Oggi il joik è stato riconosciuto come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO.

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