Viaggio in Madagascar
165 milioni di anni di isolamento, da quando Gondwana spinse il Madagascar nel mare, separandolo dalle coste africane, hanno obbligato le specie viventi nell’isola a evolversi secondo un percorso proprio.
Il risultato di questa evoluzione tangenziale sono migliaia di specie animali e vegetali endemiche, altrove introvabili. I più famosi ambasciatori di questa biodiversità sono i lemuri, infraordine di primati. Ma anche i baobab, gli alberi capovolti. I loro tronchi massicci, lisci come pelle levigata dal tempo, custodiscono secoli di pioggia e di silenzio. Le radici sembrano capovolte, come se la pianta cercasse di affondare nel cielo invece che nella terra.
Inizia insieme a noi il tuo viaggio in Madagascar:
– Viaggio in Madagascar cosa sapere
– Gli spiriti della notte: i lemuri
– I baobab, gli alberi capovolti
– Viaggio in Madagascar quando andare
Viaggio in Madagascar cosa sapere
C’è un respiro antico nel vento del Madagascar, un ritmo che sembra nascere dalla terra stessa, dove la sabbia rossa incontra il verde lucente delle foreste e l’oceano si frange in mille sfumature d’azzurro.
L’isola, separata da millenni dal continente africano, ha conservato un silenzio primordiale, popolato da creature che non esistono altrove: lemuri dagli occhi dorati che saltano come note di un canto segreto, baobab che al tramonto si stagliano come custodi di un mondo sospeso.
Nel cuore dell’isola, la foresta di Ranomafana avvolge il viaggiatore in una nebbia calda e profumata di terra umida, mentre lungo la costa occidentale le acque turchesi del Canale di Mozambico lambiscono villaggi di pescatori dove il tempo scorre lento, scandito dal suono delle piroghe che rientrano all’alba.
Ad est, l’oceano si fa più inquieto e la vegetazione esplode in una sinfonia di verde: vaniglia, ylang-ylang, orchidee che si arrampicano sui tronchi come arabeschi di luce.
Il Madagascar è un’Africa ancora acerba al turismo di massa, con una viabilità a volte poco agevole, che prevede un certo grado di spirito di adattamento.
Ai cittadini italiani è necessario il passaporto con 6 mesi di validità residua e il visto turistico.
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Gli spiriti della notte: i lemuri
Endemici di quest’isola grande quanto la Francia, i lemuri sono primati arcaici, sopravvissuti all’estinzione dei loro parenti continentali grazie all’isolamento geografico del Madagascar, che si separò dall’Africa oltre 160 milioni di anni fa.
L’isola è un mosaico di paesaggi: dalla foresta pluviale di Ranomafana agli altopiani aridi del sud, dalle formazioni carsiche degli Tsingy di Bemaraha alle spiagge di Nosy Be. In questi habitat frammentati, si sono evolute oltre cento specie e sottospecie di lemuri, ciascuna con comportamenti, vocalizzazioni e adattamenti unici. Ci sono i minuscoli microcebi notturni, grandi quanto un pollice, gli indri dal richiamo lamentoso, simile a un canto ancestrale.
Per i malgasci, i lemuri sono creature sacre, spesso legate a credenze animiste e protette da tabù chiamati fady. Derivano il nome dal latino lemures, gli spiriti della notte della mitologia romana, in riferimento ai loro grandi occhi dall’aspetto spiritato e al verso simile a un gemito di sofferenza.
Oggi, l’espansione agricola, il disboscamento e il bracconaggio ne mettono oggi a rischio la sopravvivenza. Oltre il valore ecologico, i lemuri incarnano l’identità stessa del Madagascar, e la loro tutela è diventata un simbolo della lotta globale per la biodiversità. Il Parco Nazionale dei Tsingy di Bemaraha, uno dei loro rifugi, è Patrimonio UNESCO dal 1990, riconosciuto per la sua eccezionale biodiversità e per l’incredibile paesaggio di guglie calcaree, quasi inaccessibili, che sembrano scolpite da mani invisibili.
I baobab, gli alberi capovolti
Il baobab è uno dei simboli più iconici del Madagascar; qui, sei delle otto specie conosciute di baobab sono endemiche. Oggi i baobab sono ancora più distintivi per via della deforestazione che ha privato il Madagascar delle foreste e ha lasciato questi alberi maestosi isolati nel paesaggio, come reliquie viventi di un ecosistema perduto.
La specie più riconoscibile è l’adansonia grandidieri, che si può vedere lungo la celebre Avenue des Baobabs, vicino a Morondava, lungo la costa occidentale del paese. Questi esemplari possono raggiungere i 30 metri d’altezza, con tronchi massicci che conservano l’acqua per resistere ai lunghi mesi di siccità.
Ma i baobab non sono solo un’icona della biodiversità, rappresentano anche un simbolo importantissimo per la vita spirituale e quotidiana delle popolazioni locali. Le loro cavità naturali sono spesso usate per raccogliere acqua piovana, i frutti forniscono polpa nutriente ricca di vitamina C, e le leggende li descrivono come alberi piantati al contrario, con le radici rivolte verso il cielo.
Viaggio in Madagascar quando andare
Il clima in Madagascar è subtropicale, scandito da due stagioni distinte: quella delle piogge e quella secca. Maggio segna l’inizio di quest’ultima, che si prolunga fino a ottobre. È il periodo più consigliato per un viaggio itinerante, grazie alle giornate soleggiate, con temperature miti.
All’interno dell’isola e proprio per la varietà di ecosistemi, anche il clima riflette una diversità regionale. L’altopiano centrale, dove si trovano città come Antananarivo e Fianarantsoa, ha un clima temperato. Le coste orientali, esposte agli alisei dell’Oceano Indiano, sono più umide e piovose, mentre quelle occidentali e sud-occidentali sono più secche. Le regioni settentrionali, come Nosy Be e Diego Suarez, godono di un clima tropicale più costante.
Maggio segna anche un momento di rinascita dopo il periodo dei cicloni, le foreste sono ancora rigogliose, e la fauna è attiva. In questa stagione è più frequente l’avvistamento dei lemuri, dei camaleonti, e varie specie di uccelli endemici, con i baobab e le orchidee in fiore.
È il momento di iniziare il tuo viaggio: si parte a Maggio 2026.
